
Cambiare senza paura: cambiamento un processo naturale
Cambiare è naturale, il nostro corpo lo fa ogni giorno. Il nostro organismo si rinnova e ci permette di stare nella migliore forma possibile. Ma come mai, il cambiamento di situazioni, di stato, fa così paura?
Anche per le organizzazioni, nel mercato attuale, il cambiamento è diventata un’esigenza ed occorre sapersi adattare velocemente perché appare l’unico modo per differenziarsi dai competitor e generare un valore reale per i propri clienti.
Il cambiamento, però, è percepito, spesso, in maniera critica da chi lo deve affrontare perchè la prima gestione è di tipo emotivo e regolare le proprie emozioni per non esserne prigionieri è il primo allenamento da compiere.
Gestire il cambiamento, significa implementare un metodo con il quale affrontare le trasformazioni e definire strategie per guidare sé stessi e le persone coinvolte attivando un percorso consapevole e vantaggioso per sé e le persone coinvolte. Questo perché abbiamo necessità, come esseri umani di dare un senso ed un significato gli eventi e la vera minaccia al cambiamento è l’imprevedibilità e la non controllabilità dello stesso.
Conoscere in anticipo gli ostacoli che si incontrano lungo il percorso di cambiamento e consapevolizzare gli stati d’animo che emergeranno offrono un vantaggio notevole.
Sapere identificare le sensazioni e le paure vissute quando siamo coinvolti in questo tipo di progetti ci aiuta a superare l’incertezza, e ad affrontare la situazione che muta con più fiducia.
A tale proposito occorre individuare le fasi che si susseguono nelle persone, e che sono state individuate dagli studiosi come reazione a una situazione che richiede un cambiamento.
La prima fase prevede un’iniziale shock; in questa fase le persone si sentono minacciate dal cambiamento, prevale l’insicurezza, l’incapacità di reagire, mettendo a repentaglio la produttività.
La reazione immediata è quella di chiudersi in sé stessi prevale la negazione della reale necessità della trasformazione e dei possibili vantaggi.
Si passa successivamente ad una difesa; in questa fase le persone si lamentano e si arrabbiano. Si cerca di restare ancorati al passato, andando contro il cambiamento e portando avanti le vecchie modalità operative. Tutto ciò impedisce alle persone di prendersi dei rischi. E’ una fase di resistenza esplicita, caratterizzata dal porsi spesso domande sul perché questa situazione si sia verificata proprio in quel determinato momento. Questa fase se perdura molto può portare allo stallo e ad ulteriore incertezza da parte delle persone.
La fase risolutiva avviene con la presa di coscienza in cui per la persona vi è l’»elaborazione del lutto»; le persone coinvolte riconoscono di aver perso qualcosa e smettono di negare l’evidenza del cambiamento. Da questo momento in poi, l’idea di assumersi dei rischi diventa accettabile. Vi è una valutazione dei pro e contro della nuova situazione.
Entriamo in una fase di accettazione e adattamento iniziando ad esplorare i vantaggi della nuova situazione e a valutarne il coinvolgimento, con l’ultima fase, che riguarda proprio l’impegno, in cui le persone iniziano ad essere parte attiva del cambiamento e a condividerlo con altri.
Lo psicologo Kurt Lewin parlerebbe di fase di “scongelamento”, dalle credenze attuali ad una fase di accettazione del cambiamento ed una di nuovo assestamento, “ricongelamento”, di una situazione diversa.
Tutto ciò ci fa capire che qualsiasi sia la situazione di cambiamento da affrontare, organizzativo, relazionale, personale, può essere gestito e superato. Più ci focalizziamo velocemente sull’opportunità e i vantaggi dello stesso, più siamo pronti ad affrontarlo e a voltare pagina, assestandoci nuovamente.
Se stai affrontando una fase di cambiamento potresti avere bisogno del supporto di un coach che ti aiuta a definire la tua strategia e a superare le paure insite nello stesso. Richiedi info scrivendo a m.perciavalle@makeitso.it
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