Riconoscere le motivazioni dei giovani lavoratori per evitare il fenomeno delle grandi dimissioni

In questo articolo scoprirai cosa sono le motivazioni e perché è importante per te e per le aziende conoscere le proprie leve motivazionali al lavoro.

Partiamo da un dato statistico, secondo il Ministero del Lavoro, nel secondo trimestre del 2021 si sono registrati 500 mila licenziamenti volontari in Italia, ovvero l’85% in più rispetto al 2020. Un numero che arriva a 770 mila alla fine di ottobre, secondo le statistiche della Banca d’Italia, 40 mila in più del periodo pre-pandemia.

Un fenomeno sociale ed economico dalla portata considerevole, più comune soprattutto tra Millennials e Generazione Z del nord Italia. I giovani si licenziano non per restare inattivi, ma per trovare una soluzione più adeguata ai propri bisogni e alle proprie motivazioni profonde.

La ricerca di Aidp ha rivelato che i settori maggiormente coinvolti sono quello informatico e Digitale (32%), Produzione (28%) e Marketing e Commerciale (27%).

A scegliere di cambiare lavoro sono soprattutto le persone nella fascia d’età compresa fra i 26 e i 35 anni, che costituisce il 70% del campione analizzato; per lo più, il fenomeno si rivela su impiegati in aziende del Nord Italia.

Questo fenomeno è un’ondata che sta interessando tutto il mondo, e che è stato definito fenomeno delle Grandi Dimissioni.

Il termine deriva dalla traduzione inglese “Great Resignation” o anche “Big Quit” e indica un fenomeno psicologico e sociale che ha iniziato a manifestarsi, in maniera imprevista negli Usa.e a seguire nelle popolazioni dei paesi europei.

Parliamo di un vero e proprio licenziamento di massa spontaneo e sincronizzato verificatosi a partire da luglio 2021, quando ben 8,3 milioni di persone nel mondo hanno deciso di abbandonare il loro lavoro, qualunque esso fosse.

Lockdown, distanziamento sociale e smart working durante il periodo Covid- 19 hanno certamente evidenziato e fatto emergere nuove esigenze, aspettative e priorità da parte dei lavoratori, soprattutto più giovani, che sono più dediti al rischio.

E’ stato rilevato come l’epidemia e le misure restrittive avrebbero peggiorato le condizioni di lavoro, con un notevole aumento del fenomeno del burn out e l’esaurimento da lavoro, con l’aumentare di stress, depressioni e patologie emotive.

Il Covid-19 è stato un vero e proprio evento traumatico che ha aumentato le consapevolezze dell’uomo rispetto alla fugacità dell’esistenza umana, stimolando la ricerca di obbiettivi di vita più profondi e appaganti.

Soprattutto i giovani che hanno prospettive di vita più ampie hanno fatto proprio un nuovo slogan: io vivrò solo questa vita, creando quello che viene definito l’attuale Yolo (You-Only-Live-Once) economy.

La consapevolezza della caducità e fragilità della nostra esistenza, hanno portato avanti valori più edonici portando a scegliere progetti professionali che consentano di divertirsi, stare bene e godersi la vita.

I desideri personali stanno avendo la meglio sulle convenzioni culturali cambiando il classico paradigma dello “studia-trova un buon lavoro-impegnati sodo-guadagna-riposati alla pensione“.

La nascita di questo acronimo arriva dai paesi anglosassoni e sembra si debba ad un rapper canadese, Drake, che l’ha coniato una decina di anni fa, salvo tornare fortemente di moda un momento particolare come questo pandemico.

Negli Stati Uniti YOLO è diventato un movimento che sta influenzando la vita degli americani iniziando ad avere riflessi anche sul piano economico.

A questo punto diventa primario per le aziende, il tema di trattenere i propri talenti giovani e indagare sul piano motivazionale per capire le leve che spingono i propri dipendenti a rimanere in azienda o ad andar via.

Occuparsi di motivazione significa:

▪ comprendere la natura del comportamento, prevederne la manifestazione e poterlo influenzare.

La motiv-azione è ciò che ci spinge a scegliere e a cambiare. Una credenza valoriale che dà movimento e direziona alle nostre azioni.

Ognuno di noi può prendere del tempo per riflettere e rispondere a questa domanda: “Rispetto ai cambiamenti di prospettiva di vita, a cui abbiamo accennato e gli altri fenomeni sociali in atto, che, a volte minano la nostra quotidianità, cosa ti motiva oggi sul lavoro?

La malattia del Covid- 19, con le sue conseguenze ha fatto emergere in prima posizione il valore della salute e del benessere personale, e per alcuni aspetti ha imposto alcuni bisogni più individualisti e personali.

E’ importante oggi per un giovane analizzare queste motivazioni e i bisogni sottesi per costruire una progettualità più razionale e costruttiva che porti ad un benessere di più lungo periodo.

Le nuove motivazioni e i nuovi bisogni emergenti vanno nella direzione di accettare un lavoro dai guadagni anche più modesti ma che consenta di avere orari ragionevoli, esser vicini alla propria famiglia e avere tempo da dedicare a sé stessi.

Molti giovani hanno dato priorità a fare il “lavoro dei propri sogni”, anche rischiando e abbandonando la sicurezza di un “posto fisso”.

Quindi si evidenziano meno motivazioni legate alla sicurezza ambientale ed economica e maggiore spazio alle motivazioni legate alla propria realizzazione personale. Anche l’autonomia è preferita, soprattutto per la realizzazione del proprio stile di vita, nell’accezione del vivere nel modo preferito, quale che esso sia: tradizionale, innovativo, intellettuale, artistico, materialistico, ecc.: L’equilibrio più sano fra vita e lavoro; guadagnare in autonomia e gestire come meglio si crede il proprio tempo e luogo di lavoro.

Quali sono i tuoi desideri e bisogni che puoi realizzare rispetto all’estremizzazione del pensiero io vivrò solo questa vita? La vita è una e abbiamo tutte le possibilità e l’energia per poter costruire il nostro futuro migliore.

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